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La (pericolosa) "normalizzazione" degli attentati a Trump

  • Immagine del redattore: Federico Bastiani
    Federico Bastiani
  • 18 set 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

di Loretta Napoleoni per l'AntiDiplomatico




Poco tempo fa Jeffrey Sachs ha dichiarato che esiste continuità tra la politica di rilancio egemonico degli Stati Uniti lanciata all’inizio del secolo dall’allora vicepresidente Dick Cheney e quella estera perseguita dall’amministrazione Biden. Durante la campagna elettorale Kamala Harris si e’ detta favorevole a continuare lungo questo tracciato qualora sia lei a vincere le elezioni. È chiaro che esiste un movimento trasversale tra i partiti e le istituzioni che sostiene la difesa del primato mondiale di Washington, Dick Cheney e’ repubblicano ma ha dichiarato che voterà per la Harris.



L’appoggio alla guerra in Ucraina è solo l’ultimo capito di un libro ancora in via di stesura il cui prologo sono state le due bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki e di cui alcuni dei capitoli salienti sono la guerra contro il terrore, l’invasione dell’Afganistan e dell’Iraq. Perche’ è importante mettere in evidenza questa trasversalità? Perche’ altera la natura tendenzialmente isolazionista di questa nazione racchiusa tra due oceani, paese nato da una rivoluzione e da una guerra d’indipendenza dalla vecchia Europa


E’ ironico che sia proprio il vecchio continente ad esercitare nei confronti degli Stati Uniti un’attrazione direi “fatale” verso il mondo, attrazione che porta il paese a sostenere una guerra lontana per definire se stesso democratico, libero ed essenzialmente giusto.



È in questa ottica deviata che bisogna inserire l’ultimo tentativo di assassinare Donald Trump. Tentativo fortunatamente fallito ma che ciononostante rende queste elezioni pericolosamente instabili.



La violenza di una nazione dove la maggior parte della popolazione ha accesso alle armi non deve essere sottovalutata. Questa è incentivata, fomentata dalla polarizzazione tra i due candidati. Mentre l’assalto al campidoglio del 6 gennaio del 2021 era nato da questioni di politica interna, i.e. le presunte elezioni rubate, i due attentati alla vita di Trump rientrano nella difesa di una politica estera che vuole mantenere il primato egemonico degli USA nel mondo. In entrambi i casi ci imbattiamo in individui esaltati che pensano di avere il diritto a farsi giustizia da soli, con il fucile in mano.


 
 
 

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